Sfatiamo alcuni stereotipi ...
ANCORA OGGI ESISTONO UNA SERIE DI LUOGHI COMUNI RELATIVI
ALL’ANDARE DALLO PSICOLOGO CHE RENDONO DIFFICILE
COMPIERE QUESTA SCELTA E CHE ALLONTANANO CHI NE HA
BISOGNO DAL RIVOLGERSI AD UN PROFESSIONISTA PER RICEVERE
SOSTEGNO IN CASO DI DISAGIO. PASSIAMO IN RASSEGNA ALCUNI
DI QUESTI LUOGHI COMUNI E PREGIUDIZI.
NESSUNO PUO' CAPIRMI MEGLIO DI ME
Nella nostra testa ci siamo noi e nessun’altra persona, neanche un professionista della salute mentale, potrà conoscerci meglio di quanto possiamo fare noi stessi. Infatti, anche rivolgendoci a uno psicologo o a uno psicoterapeuta, non potremo ricevere alcuna forma di aiuto se non siamo noi a consenrlo, lasciando la aperta “porta della nostra psiche”.
Ci sono situazioni esistenziali in cui, il fatto di “essere nella nostra pelle”, non ci permette e di vedere noi stessi dall’esterno, dandoci modi di avere quella giusta distanza utille a trovare soluzioni per la situazione di difficoltà.
In tali condizioni, spesso il nostro punto di vista su noi stessi e sui fatti può diventare poco flessibile e obiettivo. In questi casi, lo psicologo può fornirci un punto di vista su di noi esterno, quindi, più imparziale e obiettivo, permettendoci di esplorare diversi modi di vedere e giudicare quanto ci sta accadendo. Inoltre, il punto di vista dello psicologo è supportato dalla sua esperienza professionale e da conoscenze che costuiscono il bagaglio delle conoscenze e competenze che, come professionista, egli possiede.
PARLARE CON UN AMICO O UN FAMILIARE E' COME PARLARE CON UNO PSICOLOGO
Quando si attraversa un momento difficile, sono innegabili i benefici che si possono trarre dalla vicinanza di persone a noi care. Il confronto con queste persone - amici o famigliari - ci dà spesso modo di sentirci compresi e rappresenta un modo sano di affrontare e condividere le difficoltà della vita. Esistono, del resto, numerose ricerche in cui si è appurato che avere una buona rete sociale rappresenta un ottimo antidoto contro il disagio psicologico. Il ruolo di amici e parenti è, infatti, quello di sostenere e dare sicurezza, fornire occasioni di svago diminuendo il senso di solitudine.
Dunque, amici e parenti rappresentano un fondamentale sostegno nella vita di ciascuna persona, ma c’è una profonda differenza tra l’aiuto che queste persone possono dare e quello che può fare uno psicologo. Il tipo di sostegno che può dare una chiacchierata con una persona cara è qualcosa di qualitativamente molto differente rispetto all’intervento di un professionista della salute mentale.
Non ha nulla a vedere con il lavoro che viene fatto con uno psicologo. Quest’ultimo, infatti , possiede conoscenze, metodi e strumenti che non sono il semplice frutto del buon senso e che gli consentono di identificare con più accuratezza i motivi del nostro malessere, e gli permettono di metterci nelle condizioni di superare la situazione problematica.
LO PSICOLOGO DA CONSIGLI E DICE COSA FARE
Lo psicologo, come scritto nel Codice Deontologico, deve “astenersi dall’imporre il suo sistema di valori”, e dunque lo psicologo, di norma, non dà consigli né fornisce soluzioni. Al
contrario il suo compito è quello di favorire l’esplorazione delle situazioni che si stanno vivendo e di se stessi, e di guidare la persona alla scoperta e all’ulizzo delle proprie risorse.
DALLO PSICOLOGO CI VANNO I PAZZI
È il più diffuso e radicato dei luoghi comuni sugli psicologi e la psicologia. Stime ufficiali dicono che circa un quinto della popolazione italiana ha sofferto, indipendentemente dalla sua gravità, nel corso della propria vita di una qualche forma di disagio/disturbo psicologico. Non ha senso definire tutte queste persone come matte - sia che si siano rivolte ad uno psicologo sia che non abbiano fatto questa scelta - , piuttosto i dati ci costringono a rivedere il concetto di “matto” alla luce del fatto che la sofferenza mentale è un dato abbastanza comune dell’esperienza umana.